lunedì 6 ottobre 2008

L'EROE

L'EROE

Inizio rapido. Di tempo ce n'è poco. Guardo gli occhi enormi di una bambina.
La madre la tiene stretta a se, forse ha paura che l'autobus freni all'improvviso, o forse ha solo voglia di tenerla sulle gambe, di sentirla sua. Chissà? Potrei rispondermi, ma il conto
alla rovescia, è un'arma pericolosa. Se esiti sei fregato.
Pause, non mi sono concesse. L'autobus si ferma. Sale altra gente.
Un signore distinto si guarda intorno, non c'è posto, apre, impettito, il giornale.
Sbuffa. La bambina sorride alla madre.
Un ragazzino brufoloso urla, la ragazzina che gli stringe la mano, lo guarda felice.
Quanti anni avranno? Non posso farmi domande! Tra un po tutto questo finirà, che senso
hanno le mie domande, le curiosità, che senso hanno quegli occhi enormi pieni di vita.
A che punto siamo?A 884 , pensavo peggio!Attendo direttive! Capannelli di turisti affollano l'entrata del Colosseo. E' la prima volta che lo vedo, peccato
sia in una circostanza simile!Una pattuglia della Polizia affianca l'autobus! Staranno
cercando me? No, è evidente che nessuno sa perché sono qui! 1214, tergiverso.
Il Campidoglio, Piazza Venezia, ecco forse adesso! No! Non ancora!
Il ticchettio dell'orologio mi rimbomba nella testa. Una mano pelosa
che si tiene salda, l'orologio cromato, immagini, nient altro che immagini!
Devo rimanere imparziale, interpretare me stesso, altro non mi è permesso.
Sono le regole, e senza regole non esisterei, non esiterebbe questa storia
e non esisterebbe neppure questa snervante attesa! Ma che devo fare?
Posso saperlo?Ormai siamo a 1660 battute, siamo a quasi a metà della mia breve
esistenza e non ho ancora ricevuto indicazioni!Che infame momento per la categoria.
Vorrei solo un po di rispetto, anche perché il titolo prometteva bene.
”L'eroe” non da spazio ad equivoci, pensavo sarebbe stata
un'avventura stimolante, e non vi nego che ero carico.
Invece niente, 1988 e non sono stato neppure descritto fisicamente, sono stato messo
su quest'autobus, e buona notte ai suonatori.
Ci vuole un ripassino etimologico. Nel mezzo della storia, potrebbe funzionare.
Eroe viene dal greco, la radice significa 'proteggere e servire'. Un eroe è pronto a sacrificare se stesso per gli altri, come un pastore che protegge il suo gregge.
Una ragazza sale sull'autobus, ha un vestito rosso, mi sorride.
Forse devo salvare lei! Ha dei capelli neri che le scendono sulle spalle,
si muove a scatti, sembra in difficoltà, inciampa. Ecco, ci siamo finalmente!
2640 battute, ho ancora tutto il tempo che voglio. Veloce la ragazza si ricompone,
mi fissa, quel vestito le sta benissimo, me la immagino senza. No!? Questo non
posso farlo, almeno non ora, prima devo fare qualcosa per conquistarla, devo
risolverle i problemi, strapparla al male. Poi, la giusta ricompensa arriverà da sé.
E' sempre stato così, sarei poco serio a lasciarmi andare in fantasie del genere adesso!
Riprendo a guardarla, muovo lievemente la testa, abbasso lo sguardo
ha le unghie dei piedi colorate con uno smalto viola, dei piedi lunghi.
Un fascio di luce glieli illumina! Forse sono i piedi la chiave della questione.
I piedi?! Ma che cosa significa! Mentre penso, l'autobus si ferma, lei scende,
in preda al panico provo a raggiungerla ma c'è troppa gente.
Sono come paralizzato, le porte si richiudono.
Mi aspetto un altro sorriso, spero in un colpo di scena.
Adesso qualcuno le farà qualcosa! Invece niente, scompare fra la gente,
anche lei diventa un'altra immagine casuale.
3680 ormai siamo agli sgoccioli. La questione si complica, bisogna prendere
delle decisioni rapide, agire.


Che eroe sono senza azione.
E' la base di qualsiasi teoria drammaturgia. Senza movimento una storia non progredisce.
E sfido chiunque a contraddirmi. Un istante. Sale un tipo losco, ha due baffi all'insu perfettamente curati, due occhi neri incassati in una espressione diabolica, le braccia totalmente tatuate, porta sulle spalle una pesante borsa.
L'appoggia su di un seggiolino.
Si guarda intorno. Sputa per terra. Cerca rogne.
E' lui! Ti aspettavo mio degno antagonista.
4270.Quindi ho altre 1000 battute. Sarà un conflitto breve ma intenso, avanti cosi!
L'autobus si addentra a Trastevere, le vie strette, i davanzali adorni di fiori,
i dettagli dell'architettura, all'improvviso vengo illuminato da una quiete improvvisa.
Respiro tranquillità.
Come d'incanto una musica armonica accompagna queste immagini.
Delicata riempie l'ambiente. Una musica? Mi volto di scatto.
I miei timori prendono forma. Sul seggiolino vedo la sacca aperta.
Il tizio ha in mano un sax, lo alza, la bocca si gonfia, i baffi gli coprono gli occhi,
la faccia diventa rossa, e la musica ritorna, tristemente seducente.
4980 battute, non so più che pensare.
Preso dallo sconforto passeggio per l'autobus. Vedo la mia figura riflessa sullo
specchio, sono magrolino, con un taglio di capelli banale.
Un brivido mi sale per la schiena. Mi viene un dubbio.
Sento di avere qualcosa nelle tasche.
Cerco, trovo un foglietto di carta. Sudo, lo apro.
Leggo: “l'eroe mancato”
Ha cambiato il titolo e me l'ha infilato nei pantaloni!
Che finale malefico!
Inizio a non sopportarli più questi giovani scrittori.

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